Carote, Clementine & Azélia
Da giovane, piangevo spesso. Molto spesso e per innumerevoli motivi. Tanto che in famiglia ....mi dicevano se tenessi le lacrime in tasca....davano al fatto scarsa o nulla importanza. Come se, per la loro frequenza, le lacrime avessero perso valore e fossero legate più ad un'abitudine che ad uno stato di sofferenza.Il fatto è che, piangendo, riuscivo veramente a diluire tutti gli affanni. Le lacrime lavavano via tutto e io, dopo, mi sentivo cosi libera e liberata da tutto....
Poi, le cose sono cambiate. Ho cominciato a piangere meno. Fino a quando mi sono accorta quanto mi risultasse difficile piangere. Non che non abbia avuto motivi per farlo. Ma proprio non ci riuscivo.
Tornavano indietro. Non so dove andassero a finire. Nè dove potessero raccogliersi tutte quelle gocce ...Sta di fatto che, a mio sentire, penso abbiano trovato una sorta di serbatoio vicino al cuore. Altrimenti, non si spiega, il peso che man mano si sta andando a creare... Come a tutti, le cose succedono e non possono essere fermate. In alcun modo. Resta solo, dopo, una specie di limbo dove si va a stare. Una nicchia virtuale in cui rifugiarsi, ricordare, riflettere, emozionarsi. La vita normale continua....si mangia, si esce, si guarda la TV, si legge, si ride perfino. Ma e' come si osservasse tutto stando a gambe incrociate su una retta parallela.
Si invecchia. Non solo perchè gli occhi non sono piu' gli stessi. Si invecchia perchè&...
Fonte di notizie:
i dolci di pinella
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