Boom del grano Cappelli, moda o esigenza"

Negli ultimi 2-3 anni è tornato fortemente in auge un prodotto o meglio, una serie di prodotti derivati da un grano antichissimo, sino ad allora quasi del tutto scomparso. Non lo coltivava più nessuno perchè nessuno lo acquistava più, oggi sembra non se ne possa fare a meno, si tratta del grano duro di varietà Senatore Cappelli e con lui le farine, quindi la pasta ed anche il pane e la pizza, tutti sembrano essere tornati a produrre e a mangiare grano Cappelli, cerchiamo di scoprire perchè.
Prende il nome dal Senatore Raffaele Cappelli che nei primi anni del ‘900 fornì gli strumenti necessari alla selezione genealogica del grano in questione a Nazareno Strampelli che in quel di Foggia ricostruì la storia di questo grano aristato non geneticamente mutato come, invece, i moderni grani duri che pare siano stati ottenuti modificando geneticamente alcuni antichissimi grani tra cui il Cappelli, il grano dai baffi neri. Il Cappelli si riteneva non fosse adatto ai “tempi moderni” benchè di altissima qualità , ha una bassissima resa quantitativa, inoltre, avendo una spiga che può sfiorare i 2 metri di altezza, è facilmente propenso all’allettamento (le spighe in concomitanza con forti venti, si spezzano), motivo per cui questo, ed altri antichi grani sono stati irradiati producendo così una modifica genetica che ne ha modificato alcune caratteristiche rendendoli più adatti ai tempi in cui viviamo, salvo poi rendersi conto che vi è un risvolto...
Fonte di notizie:
ricette20
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